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Lead Generation: come raggiungere il tuo target e convertirlo in cliente. Questo è il titolo del mio intervento al Joomla Festival 2016 che è iniziato con una domanda: a quanti di voi piacerebbe che un cliente vi dicesse…
“A quanti di voi piacerebbe che un cliente vi dicesse: voglio fare questo lavoro con te e con nessun altro?” Il mio intervento Lead Generation: come raggiungere il tuo target e convertirlo in cliente al Joomla Festival 2016 è iniziato così.
Ma la mia giornata è iniziata molto prima di quell’intervento: uno di quelli conclusivi di una manifestazione davvero interessante come il Joomla Festival. Un’occasione buona per parlare di lead generation ma non solo: tanto web marketing, copywriting, growth hacking e di tutto di più.
Di buona mattina arrivo davanti all’Hotel Melià di Milano, teatro dell’incontro. Lì, a due passi dalla fiera “vecchia” di Milano entro nelle classiche porte scorrevoli degli alberghi. Sarà stata una sliding door anche per me? Questo lo vedremo…
Ho portato con me il mio notebook e dopo essermi registrato al desk dei relatori comincio a guardarmi un po’ intorno. Sono le 10 e il mio intervento sulla lead generation è in programma non prima delle 17,30.
Certo, prima dell’intervento dovrò tenere il mio tavolo di consulenza gratuita webadvisor, ma anche per quello c’è tempo. L’appuntamento è per le 14.
So che l’anno scorso il Joomla Festival è stato un successo e, a giudicare dal numero di partecipanti e dal programma che prevede 100 relatori, 40 conferenze & workshop e
50 tavoli di consulenza, gli ingredienti per un altro successo ci sono tutti.
Ho parlato in pubblico altre volte. E altre volte ho partecipato a seminari e conferenze, sia come relatore che come pubblico, ma ogni volte c’è quel pizzico di sana emozione che si fa sentire.
Sana perché ti da la misura delle cose. Fare il web marketing strategist e occuparsi di lead generation da quasi dieci anni non è tutto. Saper fare le cose non significa per forza saperle insegnare e trasmettere.
A volte mi capita di pensarci. Anche per quello che riguarda il mio rapporto con i clienti.
Meglio cercare di spiegare tutto in maniera estremamente semplice col rischio di banalizzare alcuni concetti oppure usare un linguaggio più tecnico, col rischio però di non far comprendere tutto in modo cristallino a chi hai di fronte.
La verità, come sempre, sta nel mezzo. Ma nessuno ti insegna quale sia questo mezzo. Anzi, probabilmente questo “mezzo” non esiste nemmeno perché tutto dipende da chi sta seduto di fronte a te.
E di fronte a me, nella sala turchese dell’Hotel Melià di Milano ci sono decine di persone. Ognuna con il proprio background, le proprie aspettative, il proprio business.
Penso: non sarà facile accontentarli tutti, ma ci proverò.
Assisto ad interventi di alcuni colleghi professionisti del web. E’ sempre utile ascoltare e confrontare stili d’esposizione e registri linguistici diversi, specie per chi come me non è nato in Italia.
C’è appena il tempo di qualche stuzzichino e alle 14 è tempo del mio tavolo di consulenza gratuita webadvisor. Incontro persone diversissime tra loro, ma tutte accomunate da una voglia viva di fare successo online. Ognuno di loro mi racconta la sua storia, ma il tempo stringe perché in 15-20 minuti di spazio a testa non si può far tutto: cerco di capire bene la situazione e provo a dare loro i migliori consigli possibili.
Vorrei che ognuno di loro si fosse alzato con almeno un buon consiglio da seguire che lo avvicini almeno un po’ verso il successo. Spero di esserci riuscito, anzi credo di esserci riuscito.
Incontro alcuni colleghi e professionisti che seguo online e che mi seguono. Due chiacchiere e guardo l’orologio.
Sono quasi le 17.
Il relatore che mi precede chiude un bell’intervento sul growth hacking. Ho assistito solo all’ultima parte ma gli faccio velocemente i complimenti.
Adesso tocca a me.
Voglio rompere il ghiaccio. Subito.
Chiedo: “A quanti di voi piacerebbe che un cliente vi dicesse: voglio fare questo lavoro con te e con nessun altro?”. Si alzano le mani dalla “platea” e sento qualche “magari!”. Il mio intervento Lead Generation: come raggiungere il tuo target e convertirlo in cliente al Joomla Festival 2016 inizia così.
Mi presento: sono Gentian Hajdaraj….” e assicuro subito che non chiederò a nessuno di scrivere il mio cognome.
Il ghiaccio è rotto.
Ora si può parlare di lead generation.
Di come il processo di vendita e di acquisto siano profondamente cambiati negli ultimi anni e di come i cosumatori oggi siano più maturi, consapevoli e informati.
Il marketing tradizionale con loro non funziona più. Serve qualcosa di nuovo, di diverso.
Qualcosa che sappia davvero parlare con loro, intercettare i loro bisogni, anticipandoli ancor prima di soddisfarli.
Cerco di far capire quanto sia importante concentrarsi nelle varie fasi di una campagna di lead generation. Lo faccio con poche, semplici slide. E con la mia voce. La vendita finale arriverà….
Non mi accontento di qualche grafico e qualche elenco, vorrei che tutti capissero le potenzialità della lead generation nelle strategie di web marketing e allora mi soffermo sui focus principali.
Sono quasi le 17,30 e il Joomla Festival è quasi al termine. Dopo il mio ci sarà un solo altro intervento, poi il rompete le righe.
Chi tornerà a casa, chi si fermerà per un happy hour.
Ma nonostante le molte ore passate in sala ad ascoltare tanti relatori, mi colpisce l’attenzione del mio pubblico. Merito mio? Forse, almeno un po’. Ma di sicuro merito loro che dimostrano grande interesse facendomi domande e intervenendo di tanto in tanto.
Il tempo è volato. Ho esaurito la mezz’ora a mia disposizione e anche oltre (il classico tempo di recupero che si dà dopo il novantesimo minuto a calcio). Mancherebbero ancora un paio di slide ma non voglio e non posso rubare altro tempo a chi verrà dopo di me.
Rimetto il notebook nella borsa, saluto alcuni amici, ringrazio gli organizzatori e ritorno nella sliding door dell’albergo.
Questo Joomla Festival 2016 è all’epilogo.
Mi sono divertito, davvero.
Salgo in macchina con la certezza di aver fatto qualcosa di buono per chi mi ha ascoltato. Sono stanco ma felice. La strada verso casa è un po’ lunga, ma i chilometri passano più veloci quando si è fatto ciò che piace.